Post 03- Fibromialgia, come si può intervenire?

Che cos’è la Fibromialgia?

Si tratta di una sindrome caratterizzata da dolore cronico diffuso che coinvolge tessuti molli e muscolatura (può essere pungente o bruciante, conferire rigidità o somigliare a una contrattura muscolare), al quale possono associarsi problemi di sonno (compreso il sonno non ristoratore), stanchezza fisica e disturbi cognitivi come ansia, depressione e problematiche legate alla memoria e difficoltà di concentrazione (1).

La maggior parte dei pazienti con diagnosi di fibromialgia riferisce inoltre un’ampia gamma di sintomi somatici e psicologici aggiuntivi (2) oltre a comorbidità quali: (3-4-5)

-Sindrome del colon irritabile

-Malattie reumatiche

-Vescica irritabile

-Cefalee

-Endometriosi

 

La fibromialgia viene classificata come un disturbo da sensibilizzazione centrale, dove il paziente presenta difficoltà di elaborazione del dolore attraverso i meccanismi centrali, con conseguente aumento del dolore (6).

Nella fisiologia del dolore, si può apprezzare come, in seguito ad uno stimolo nocivo, vengono attivati recettori periferici del dolore (nocicettori), in seguito ai quali si generano segnali che viaggiano al corno dorsale del midollo spinale attraverso il ganglio della radice dorsale. Dal corno dorsale, i segnali vengono trasportati lungo la via ascendente del dolore fino al talamo e alla corteccia.

Il dolore può essere controllato da parte dei neuroni che inibiscono il dolore e di quelli che lo facilitano.

I segnali discendenti che hanno origine nei centri sovra-spinali possono modulare l'attività del corno dorsale, controllando la trasmissione del dolore.

Il termine centralizzazione del dolore significa semplicemente che il sistema nervoso centrale ha il ruolo principale nell'aumento o nell'amplificazione del dolore, e nello sviluppo di altri sintomi co-morbidi (quali sonno disturbato, affaticamento, memoria e umore depresso). (1)

 

 

L’articolo di Philips et al.  del2013 (7) spiega come esistano due grandi gruppi di individui con dolore centralizzato:

-         il primo (che in precedenza era chiamato fibromialgia "primaria") è costituito da individui senza alcun input nocicettivo in corso identificabile che possa spiegare il dolore, come un danno o un'infiammazione.

Questi individui spesso sviluppano condizioni di dolore regionale (tra cui cefalea, disturbo                temporo-mandibolare, sindrome da colon irritabile, dismenorrea e cistite interstiziale) e altri sintomi somatici e psicologici (tra cui la fatica).

 

-         Il secondo gruppo di individui o dolore centralizzato,si verifica come

co-morbidità in individui con una malattia che ha un input nocicettivo continuo identificabile (come l'osteoartrite, i disordini autoimmuni e la malattia a cellule falciformi).

 

COME SI PUÒ INTERVENIRE?

 

Di fronte ad una problematica del genere, il migliore approccio è ancora oggi in discussione. La pubblicazione di Bair, 2020 (8) spiega come l'approccio globale al trattamento della fibromialgia dovrebbe concentrarsi su mantenere o migliorare la funzionalità, migliorare la qualità della vita e sulla gestione dei sintomi; e per fare questo le linee guida raccomandano un approccio terapeutico multidisciplinare.

All'inizio del trattamento, ogni paziente dovrebbe ricevere un'educazione sulla diagnosi, sulla fisiopatologia di base e sulle opzioni di trattamento, compresa l'introduzione e la discussione delle strategie di autogestione.

Queste strategie possono includere la gestione dello stress, l'igiene del sonno, una dieta equilibrata, attività fisica regolare, compreso l'esercizio aerobico, la riduzione del peso e il mantenimento di uno stile di vita complessivamente sano.

Condizioni coesistenti, come i disturbi del sonno e il disturbo depressivo, devono essere identificate tempestivamente e trattate contemporaneamente.

Le terapie attive non farmacologiche (programmi di esercizio fisico supervisionato e graduato e interventi cognitivo-comportamentali), oltre a trattamenti di agopuntura e idroterapia sono le più indicate. Sebbene i farmaci siano spesso utilizzati per primi, in conformità ai modelli di pratica che si affidano maggiormente alla gestione farmacologica rispetto alle terapie non farmacologiche, essi sono associati a effetti avversi e gli studi clinici mostrano benefici modesti nei pazienti (9).

 

E LA TERAPIA MANUALE?

 

L’osteopatia, compresa nelle terapie manuali, può dare un contributo significativo in quanto il trattamento manipolativo osteopatico viene utilizzato come mezzo per facilitare i normali meccanismi di autoregolazione ed autoguarigione nel corpo affrontando zone di tensione tissutale, stress o disfunzione che possono ostacolare i normali meccanismi neurali, vascolari e biochimici (10).

Inoltre, la terapia manuale è stata sempre più studiata come trattamento per questa popolazione poichè agisce sulle vie nocicettive ascendenti (sopra citate) possibilmente coinvolte nel processo di sensibilizzazione centrale, migliorando il dolore attraverso meccanismi meccanici e neurofisiologici (11).

 

Sono diversi gli studi pubblicati che mostrano dati statisticamente significativi nel miglioramento di alcuni parametri in pazienti affetti da sindrome fibromialgica tramite osteopatia e terapia manuale in generale:

-Lo studio di Albert et al. 2018 (12), dimostra ad esempio miglioramenti nel dolore in seguito a trattamenti osteopatici.

-. Lo studio di Castro Sanchez et al. 2010 (13) ha dimostrato invece che il rilascio miofasciale ha una buona efficacia nel trattamento dei tender point, sia nel breve termine (20 settimane), sia dopo un mese, ma anche dopo sei mesi dall’intervento; è stato visto inoltre che la terapia manuale esaminata è efficace sulla qualità di vita, ma nello specifico sul breve termine, così come la qualità del sonno.

- è stato dimostrato all’interno dello studio di Castro Sanchez et al. 2011(14) che le tecniche di rilascio miofasciale contribuiscono inoltre a diminuire le tensioni muscolari ed il dolore associato, migliorando la funzione fisica, l’affaticamento, il numero di giorni in cui il paziente si sente bene, la stanchezza durante la deambulazione e la rigidità sia nel breve termine che nel lungo periodo.

 

In conclusione, si deve ribadire come la terapia manuale sia un valido approccio a questa sindrome, seppur parziale, poiché è bene avvalersi anche delle linee guida che raccomandano un trattamento di tipo multidisciplinare.

 

 

 

1)      Häuser, W., Ablin, J., Fitzcharles, M. A. et al. (2015). Fibromyalgia. Nat Rev Dis Primers 1, 15022.

2)      Häuser, W., Zimmer, C., Felde, E. & Köllner, V. (2008) What are the key symptoms of fibromyalgia? Results of a survey of the German Fibromyalgia Association. Schmerz 22, 176–183.

3)      Henningsen, P., Zipfel, S. & Herzog, W. Management of functional somatic syndromes. (2007). Lancet 369, 946–955.

4)      Atzeni, F. et al. (2012) Fibromyalgia and arthritides. Reumatismo 64, 286–292.

5)      Albers, J., Jakel, A., Wellmann, K., Von Hehn, U., Schmidt, T. (2017). Effectiveness of 2 Osteopathic Treatment Approaches on Pain, Pressure-Pain Threshold, and Disease Severity in Patients with Fibromyalgia: A Randomized Controlled Trial. Complementary Medicine Research; 24: 1-7.

6)      Jay, M. D., Gary, W. (2015). Fibromyalgia. Disease a Month; 61: 66-111.

7)      Phillips, K. & Clauw, D. J. (2013). Central pain mechanisms in the rheumatic diseases: future directions. Arthritis Rheum. 65, 291–302.

8)      Bair, M. J., & Krebs, E. E. (2020). Fibromyalgia. Annals of internal medicine172(5).

9)      Macfarlane, G. J., Kronisch, C., Dean, L. E., et al. (2017) EULAR revised recommendations for the management of fibromyalgia. Ann Rheum Dis. 76:318-28.

10)  World Health Organization (Hs). (2010). Benchmarks for training in traditional/complementary and alternative medicine: Benchmarks for Training in Osteopathy. World Health Organization, 1–23.

11)  Fitzcharles, M. A., Ste-Marie, P. A., Goldenberg, D. L., et al. (2012) Canadian guidelines for the diagnosis and management of fibromyalgia syndrome: Executive summary. 18:119-126.

12)  Albers, J., Kakel, A., Wellmann, K., VonHehn, U., Schmidt, T. (2018). Effectivness of 2 Osteopathic Treatment Approaches on Pain, Pressure-Pain Threshold, and Disease Severity in Patiens with Fibromyalgia: A Randomized Controlled Trial, Complement Med Res, 25(2):122-128.

13)  Castro-Sánchez, A. M., Matarán-Peñarrocha, G. A., Sánchez-Labraca, N., Quesada-Rubio, J. M., Granero-Molina, J., & Moreno-Lorenzo, C. (2010). A randomized controlled trial investigating the effects of craniosacral therapy on pain and heart rate variability in fibromyalgia patients. Clinical Rehabilitation, 25(1), 25–35.

14)  Castro-Sánchez, A. M., Matarán-Peñarrocha, G. A., Granero-Molina, J., Aguilera-Manrique, G., Quesada-Rubio, J. M., & Moreno-Lorenzo, C. (2010). Benefits of Massage-Myofascial Release Therapy on Pain, Anxiety, Quality of Sleep, Depression, and Quality of Life in Patients with Fibromyalgia. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 2011, 1–9.

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